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Tratto da "La Freccia"

Diciassette novembre, 4 (quattro)

Oggi è il mio trentacinquesimo compleanno.
Melagrane, Pomi Punici, Balauste.
Mi inchino e con profonda cautela trascrivo senza neppure verificare su Internet o sul dizionario questi sinonimi che ho trovato per Melagrane, mi piacciono e non voglio che qualcuno li possa smentire.
Comunque, melagrane, centinaia di melagrane che piovono dal cielo, piccole o grandi, gialline o rossicce, come sfere lisce o un po' bitorzolute, soffici, morbide come se fossero di spugna, senza la consistenza e peso reali.
Toccano il suolo e invece di sgranarsi in migliaia di poliedrini cremisi, rimbalzano e rimbalzano e si posano rotolando delicatamente per terra.
Dentro sono melagrane normali, come tutte le melagrane del mondo, con quel fascino dell'avventura che si sprigiona quando le apri, l'intuizione che ti ci vorrà un sacco di tempo per poterne mangiare solo una, ma proprio per quello le apprezzi. Uno ad uno, un rubino alla volta.
Qualche volta metti insieme una piccola manciata per goderne la dolcezza complessiva ma sempre ne cade qualcuno che macchia il vestito o il tappeto.
Un rubino alla volta.
La ricchezza va gustata piano, con concentrazione.
Un bacio profondo, rosso come il succo di questa melagrana che mi ha fatto pensare alle tue labbra.

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