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Presentazione de "Il fidanzato delle ragazze" a Firenze

Strepitoso e inaspettato successo per la presentazione del libro “Il fidanzato delle ragazze” di Andrea Luce.
Nei locali della “Artevariarte SLV Sede e Logo Variabile” allestiti appositamente in Firenze, il 17 maggio è stato presentato il libro di questo autore italiano.
Per scelta dello stesso Luce, il romanzo è acquistabile solo attraverso Internet, nel classico formato cartaceo e presto sarà tradotto anche in lingua spagnola.
E’ disponibile anche una versione in anteprima, gratuita e scaricabile in formato elettronico.
L’affluenza al dibattito ha superato le aspettative, nonostante il romanzo sia di recentissima pubblicazione e non sia stata data comunicazione ufficiale all’evento.
Presenti anche l’artista Rossorame che ha curato la copertina con efficace semplicità e l’artista Guido Tasselli, intervenuto poco prima della conclusione, per commentare le immagini con le quali è stato chiamato ad interpretare il testo, arricchendo le pagine del libro.
Il tema trattato è la diversità, in molte delle sue ingannevoli sfumature, diversità osservata da Andrea Luce collocando la voce narrante direttamente all’interno dei personaggi stessi, mentre essi guardano verso l’esterno, vivendo il presente e raccontando il passato.
I nomi volontariamente “invertiti” ridicolizzano gradevolmente le convenzioni scritte e non scritte sui generi maschio e femmina.
Una riflessione urbana sulla ricerca dell’identità affettiva, un’occhiata alle inquietudini che spesso accomunano eterosessualità, omosessualità e bisessualità, una critica all’intolleranza in senso generale.
A quest’ultimo proposito mi è piaciuto molto l’intervento dell’autore, soprattutto per la frase “tolleranza è una parola intollerante per natura”.
Un libro che tiene conto dell’evoluzione e dell’involuzione naturale delle cose.
Un libro attuale.
Cesare Quadrifogli

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PUBBLICATO "LA FRECCIA"

"Avrei dovuto prevederlo che non ero tagliato per fare il pendolare. Mica riesco a dormire, io, come tutti gli altri, con le gambe allungate e le scarpe appoggiate sul sedile di fronte e la testa reclinata, che si imbernoccola sul vetro, ad ogni increspatura dei binari. Io sono un incontinente espressivo. A me, appena mi siedo, mi scappa subito da scrivere. " Un bizzarro ed inquieto soliloquio epistolare, un corteggiamento senza adulterio, attraverso l'intensa intimità del racconto dei sensi. L’immobile deflagrazione di un sentimento, senza spargimento di sangue.

Tratto da "La Freccia"

Venticinque dicembre, 0 (zero) Natale, dicono. Lettera fuori numerazione. Non la sento meritevole del proseguimento della sua specie. Non riesco a scrivere. Come se l'inchiostro avesse smesso di essere fluido e rendesse rigido il movimento della penna sul foglio, lento, difficilissimo. Forse sono le idee che si muovono al rallentatore dentro di me. Sto facendo la moviola ai ricordi recenti. La mia mente sembra incastrata in mezzo a cento pensieri e non riesce a scappare; sta cercando l'uscita di sicurezza ma trova solo insicurezze. Sono angosciato. Solo angoscia mi pare il termine che meglio esprime questo senso di ineluttabilità che mi esce dagli occhi. Van Morrison è instancabile a sfondarmi i timpani. Mi manca l'intimità di un rifugio, un luogo sazio della mia personalità, un buco che mi assomigli, un ambulatorio segreto dove curare le mie tristezze in solitudine, la profonda dignità di una camera privata dove potermi sdraiare nel silenzioso urlare della mia anima, senz...